domenica 16 settembre 2012

Novità e lettura



Il corso scolastico è già iniziato. L’atmosfera è tesa. I tagli del governo hanno caciato via tanti compagni di lavoro che adesso sono in cassa integrazione. Ci costringono a lavorare più ore e invece hanno abasato gli stipendi. Ci sono 40 alunni per classe circa. Inoltre la situazione politica ha fatto un giro inaspettato: per i catalani l’idea di diventare un paese con stato proprio non è già un’utopia, ma un progetto a portata di mano. Serve aspettare, mantenere l’illusione e lottare per riuscire a ricuperare quello che ci hanno tolto trecento anni fa.

Comunque in questo mare d’incertezze, ho saputo trovare aspetti positivi che mi stimolano. Anche se all’inizio è stata una notizia che mi ha lasciata senza fiato, mi sto godendo tantissimo la nuova materia che devo insegnare quest’anno: la letteratura universale è un vero e proprio piacere. E poi c’è la sfida più importante per me: un’ora settimanale di italiano per ragazzi di tredici anni! Venerdì ho fatto la prima lezione ed è andata benessimo. Non sto più nella pelle!

Durante l’estate ho letto il romanzo che mi ha regalato la mia cara amica Federica, Fai bei sogni



Non so cosa aggiungere a tutto quello che è già stato detto a proposito di un libro che ha avuto un successo così grande. Comunque ci proverò. Forse quello che mi ha sbigottita è scoprire che la storia che Massimo Gramellini ci racconta è la sua storia. Tutte le perdite sono dolorose però non riesco a immaginare niente di peggiore per un bambino che perdere la mamma. Perciò calarsi nei panni del protagonista fa venir la pelle d’oca. Anche perché alla perdita terribile si aggiunge la paura di vivere, di conoscere la verità, che al protagonista viene rivelata quarant’anni più tardi. Un bambino diventato adulto che lotta contro la solitudine, contro il senso di abbandono, e che cerca l’amore in maniera incessante. Immagino che molti di voi l’avete già letto, ma se non ne avete avuto l’occasione, vi dico davvero che vale la pena.

Buona settimana!





mercoledì 12 settembre 2012

Il giorno dopo

Non ho parole. Per fortuna ci sono i giornalisti a riassumere quello che accadde. La manifestazione di ieri ha superato tutte le previsioni. Oggi La Repubblica pubblica questo que mi permetto reprodurre.


A Barcellona un milione e mezzo in piazza
per chiedere l'indipendenza da Madrid

Imponente manifestazione in Catalogna per invocare l'addio alla Spagna: la crisi ha messo in ginocchio la regione più ricca della penisola iberica. Al centro della polemica le tasse: il 10% va allo Stato e non torna sul territorio, ma basterebbe per coprire il buco delle casse della Generalitat di OMERO CIAI

BARCELLONA - C'è una svolta inattesa, dalle conseguenze abbastanza imprevedibili, nella crisi spagnola: un milione e mezzo di catalani (due milioni secondo gli organizzatori) hanno invaso le vie del centro di Barcellona con le bandiere a strisce gialle e rosse per chiedere l'indipendenza della Catalogna dal resto della Spagna.

È stata la più grande manifestazione nazionalista dagli anni successivi alla fine della dittatura franchista, con la differenza che allora, erano gli anni Settanta del secolo scorso, i catalani scendevano in piazza per pretendere l'autonomia mentre oggi invocano l'indipendenza.

Secondo un recente sondaggio, pubblicato da La Vanguardia, storico giornale della borghesia catalana, il 51,1% dei catalani voterebbe oggi a favore della secessione dalla Spagna. Dieci anni fa erano meno del 36 percento. Dietro i sussulti indipendentisti c'è la durissima crisi economica che ha colpito una delle regioni più ricche del paese. La Generalitat, il governo autonomo regionale, è in bancarotta. Non ha più soldi per gli ospedali, per le scuole, per la normale attività amministrativa e non riesce a rifinanziare il suo debito.

Tutti questi guai hanno, secondo i partiti nazionalisti, un solo colpevole: Madrid. Che si rifiuta di accettare la proposta del cosiddetto "patto fiscale": la possibilità che sia direttamente Barcellona a riscuotere le proprie tasse. L'ingresso diretto dei tributi nelle casse del governo regionale (senza passare per il
ministero delle Finanze nazionale che poi le distribuisce alle regioni) è in realtà l'ultimo passo verso la totale autonomia, già oggi molto larga (comprende Istruzione, Sanità, Sicurezza e molto altro).

Secondo gli amministratori locali e secondo il governatore catalano, Artur Mas, la Catalogna perde oggi circa il 10 percento delle tasse, che i suoi abitanti versano alla Stato centrale e che non tornano indietro. Una quantità sufficiente a coprire il buco del debito. Così, prendendo parte alla manifestazione, il leader del maggior gruppo nazionalista, Convergenza e Unione (CyU), e attuale governatore ha minacciato Madrid: "Se il governo Rajoy non accetta il patto fiscale sappiate che la strada della Catalogna verso la libertà è aperta".

Per tutto il pomeriggio di ieri decine di migliaia di persone hanno sfilato dietro uno slogan che non ammette equivoci: "Catalogna, un nuovo Stato d'Europa". E perfino a Bruxelles un portavoce della Commissione europea è dovuto intervenire per ricordare ai funzionari della Generalitat che "un nuovo Stato" non potrebbe essere automaticamente accettato, dovrebbe prima essere "riconosciuto" dagli altri membri dell'Unione. Dettagli per Barcellona.

Sotto pressione per le tranche del debito in scadenza, la Catalogna ha chiesto un prestito di 5 miliardi di euro al governo centrale ma teme di dover pagare un prezzo troppo alto, in termini di autonomia delle sue politiche regionali, per averli. Da qui la fuga in avanti. Meglio l'indipendenza che la sottomissione a Madrid.

Ieri era la "Diada", la festa nazionale catalana, e la marcia era stata convocata da una piattaforma della società civile, l'Asamblea Nacional Catalana, cui hanno poi aderito i principali movimenti nazionalisti, meno i socialisti del Psc e il Partito popolare di Rajoy. Nessuno si aspettava che la partecipazione popolare fosse così massiccia. "Una marea umana", esultavano gli organizzatori, che segna la più grande dimostrazione di forza dell'indipendentismo catalano.
(12 settembre 2012)

lunedì 10 settembre 2012

11 settembre



L’11 settembre è un giorno importante per i catalani, è la nostra festa nazionale. Quest’anno ha una significazione speciale. Si vedono bandiere in tutti i balconi. È stata convocata una manifestazione per reclamare l’indipendenza. Domani ci troveremo a Barcellona. Si prevede una moltitudine: due milioni di persone circa. Se devo essere sincera, mi fa un po’ di paura. Però la Catalogna ha bisogno di tutti: grandi e piccoli. Vogliamo fare di questa manifestazione la festa della libertà e della democrazia. Farà scalpore, ne sono sicura. Magari la stampa internazionale ne parlerà.

In questo link troverete un video in italiano, se vi va guardatelo fino alla fine, vi prego.

http://in.directe.cat/emma/blog/video-recomanat-accadde-a-barcellona

giovedì 6 settembre 2012

Vi consiglio...



Quest'estate è stata fruttifera per quanto riguarda la lettura. Ho letto soltanto un libro in italiano, invece ho letto tanti libri in catalano. Tra tutti voglio consigliarvi un romanzo di Jaume Cabré, Io confesso
 
 
 

L'ho cominciato durante il mese di luglio e l'ho messo nella valigia. Malgrado il volume e il peso, è viaggiato con me fino a Italia perché non potevo smettere la lettura. Infatti, si tratta di un grande romanzo in tutti i sensi. 988 pagine emozionanti, 177 personaggi, scenari diversi che portano il lettore a luoghi ed epoche storiche che apparentmente non hanno niente a che vedere. Con una facilità allucinante Cabré passa dalla attualità alla Barcellona degli anni cinquanta oppure alla Catalogna dei primi anni del XX secolo e perfino del XIV e XV secoli. Però il lettore si trova anche con l'ambiente della Europa dei XVII e XVIII secoli (Parigi, Cremona...) e quello dell'Europa durante la seconda guerra mondiale. 

L'ho finito proprio a Soave, un paese vicino a Verona dove abbiamo soggiornato durante due settimane. E girando per la Feltrinelli, l'ho trovato tradotto in italiano. Che fatalità! Perciò ve lo consiglio vivamente. Inoltre se lo leggete fate un contributo alla difusione della cultura catalana. Da non perdere.

Durante queste vacanze abbiamo girato per il Veneto e per l'Emilia Romagna, ho fatto lezioni d'italiano a Verona, ho ritrovato le mie amiche Mammasorriso e Manuela e si conferma che anche se ci separano mille due cento chilometri ci sentiamo vicinissime e che abbiamo tantissima voglia di stare insieme, di raccontarci le nostre cose... Però che purtroppo il tempo è limitato. Ma che gioia poter trovarsi almeno per un po'! 

Sono stata assente perché ho fatto molte altre cose e me la sono goduta tantissimo. Adesso ho iniziato a lavorare un'altra volta e la quotidianità comincia a ritornare alle nostre vite. Spero riprendere anche l'attività sul blog. Buon rientro a tutti.